L'uomo è mortale

La Bibbia dice: «E Yahweh Dio formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l’uomo divenne un’anima vivente» (Genesi 2:7).
Anima vivente, in ebraico: lenèfesh chaiyàh, significa creatura vivente che respira. Le identiche parole ebraiche vengono usate in riferimento alla creazione degli animali in Genesi 1:20,21,30. Vedi anche Ecclesiaste 3:19-21.
Dunque, l’anima vivente non è qualcosa a sé stante dentro l’uomo, ma è l’uomo stesso, perché solo la fusione della materia e dell’alito vitale di Dio dà origine all’uomo. Se si separano questi due elementi, l’uomo non può esistere.
La Bibbia conferma: «Tu [Dio] ritiri il loro fiato e muoiono, ritornano nella loro polvere» (Salmo 104:29). Vedi: Giobbe 34:14; Salmo 146:4.

Anima, in ebraico "nèphesh" e in greco "psykhé", originariamente significava: essere o creatura vivente, vita o esistenza.
Spirito, in ebraico "ruach" e in greco "pneuma", originariamente indicava l’alito o soffio vitale di Dio nelle creature ed il vento.
Ma nel corso dei secoli, entrambe le parole sono state usate per significare pure: l’io, la coscienza, l’intimo, il cuore in senso figurato, la personalità, il carattere, l’intelletto (o sede dei pensieri e dei sentimenti). 
Ne è nata una grande confusione e hanno avuto origine dottrine non bibliche che hanno influenzato anche i traduttori della Bibbia. Ma dal confronto dei passi biblici, la verità viene sempre alla luce.